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PROGETTO CASA SICURA

La casa giusta

La maggior parte delle case in cui viviamo non corrisponde ai criteri di sicurezza e ancora più frequenti, sono le abitazioni nelle quali la distribuzione spaziale e inidonea per il movimento fisiologico dell’essere umano in particolar modo delle persone “deboli” quali bambini, anziani e disabili. Perché le nostre case sono inadatte? Da una parte esistono problematiche legate alle scelte costruttive quali ad esempio la necessità di massimizzare il rapporto qualità/prezzo a cui si affianca l’utilizzo di materiali e scelte formali che rispondono esclusivamente ad esigenze stilistiche. Tuttavia non necessariamente una casa sicura è una casa anonima e senza stile. Gli stessi arredi rischiano di diventare continui ostacoli e fonte di pericolo soprattutto per le fasce su citate. Come è fatta allora la “casa giusta”? Non esiste l’abitazione perfetta, realisticamente non esistono luoghi a rischio zero, ma possiamo rendere più sicure le nostre abitazioni sia adottando atteggiamenti “virtuosi” derivanti da  una maggiore consapevolezza del rischio, sia operando piccole, sostanziali modifiche degli spazi di vita. Se da una parte è vero che il progresso sociale e tecnologico, hanno reso le nostre abitazioni più confortevoli, dall’altra è altrettanto vero che sono diventate più complesse in virtù delle sempre maggiori attività che svolgiamo in casa che a loro volta, necessitano di numerosi impianti tecnologici. Si pensi ad esempio ai computer, al numero di televisori, agli impianti di riscaldamento “intelligenti” etc. Tuttavia è importante sapere che l’evoluzione tecnologica non produce danni se i nostri comportamenti sono corretti.

Prof. Fabrizio VescovoCasa agevole: vivere confortevolmente in 60 mq

Prof. Fabrizio Vescovo

Casa agevole: vivere confortevolmente in 60 mq

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Autori: Gabriella Pesacane e Bruno Zamparelli

Autori: Gabriella Pesacane e Bruno Zamparelli

INTRODUZIONE

La salute dei nostri figli è l’impegno   che ci accompagna per tutto l’arco della nostra vita senza mai perdere di intensità, un impegno che nasce con il nostro bambino. La paura di un incidente è sempre viva in noi e rende i nostri sensi acuti e pronti a rilevare ed evitare le cause che possono procurarlo. Viviamo in case – chi è fortunato da poterselo permettere – costruite a misura d’uomo, ma, spesso, non a misura di bambino. Forse dovremmo imparare a gattonare anche noi per scoprire il mondo visto dall’altezza di un bimbo, scoprire le cose che potrebbero attirarlo, i rischi che potrebbe correre. Ci avviciniamo ad una pentola che bolle sul fornello posto su uno dei fuochi anteriori; non ne abbiamo paura, lo guardiamo dall’alto della nostra misura, sappiamo di potercene allontanare immediatamente in caso di pericolo con un salto all’indietro, e non sempre questo è vero. Pensiamo invece ad un bambino che arriva con la testa proprio a livello della pentola e immaginiamo cosa potrebbe accadere se la pentola scivolasse dal fornello magari per un errato posizionamento dello spargifuoco inondando di acqua bollente per intero il suo corpicino. Quanti bambini arrivano così al Pronto soccorso dei nostri ospedali? Pensiamo che sia cosa che mai possa riguardarci, invece, purtroppo, bisogna mettere in conto che possa riguardarci. Questa  premessa, intende farci riflettere sulla possibilità di raggiugere un equilibrio tra una crescita in un ambiente iperprotettivo in modalità blindata ed un approccio sereno e consapevole al controllo dei nostri figli, lasciandogli la giusta e necessaria autonomia esperienziale.

 

Possiamo quindi immaginare di adattare la nostra casa, per quanto piccola   sia ,   con poca spesa e qualche accorgimento, riducendo, se non eliminando i rischi senza dimenticare  che il primo e fondamentale esempio per i bambini, siamo noi e i nostri comportamenti.

 

L’obiettivo di questo libricino è  proprio quello di offrire a tutti, tecnici, architetti ingegneri, e soprattutto ai  genitori e a chiunque si occupi dei bambini , suggerimenti migliorativi dell’ambiente domestico  sia in termini di modesti interventi edilizi che di comportamenti. Noi adulti per primi dobbiamo sviluppare una coscienza preventiva che ci consenta di convivere serenamente con il rischio imparando a prevenirlo e trasmetterla ai nostri figli. La sorveglianza continua del bambino mette a dura prova la resistenza psico-fisica dell’adulto, se in passato l’unica, efficace precauzione possibile era non perderlo mai di vista, oggi la tecnologia ci supporta attraverso numerosi dispositivi da poter installare nelle nostre abitazioni.

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